EDENLANDIA, SIMBOLO DEL BOOM ECONOMICO
Era il 1965 quando il parco che è divenuto simbolo dell'infanzia di migliaia di Fuorigrottesi e Napoletani aprì. All'epoca le attrazioni erano avveniristiche ed abbracciavano vari temi. Chi non ricorda la canzone del tunnel degli smarties? "un mondo fatto di felicità", e chi potrà mai dimenticare il castello di Lord Sheidon con il suo soffitto che calava? La mitica graffa e pizzetta di edenlandia?
Erano anche gli anni del boom economico, l'Edenlandia era un mondo magico che funzionava a gettoni ed all'epoca si potevano spendere, appuntamento quasi fisso della domenica mattina, arrivò a soppiantare in ritualità persino la messa domenicale e mai ricordo di aver visto insieme così tante lacrime e sorrisi
EDENLANDIA, SIMBOLO DELLA CRISI
Il 31 Maggio 2012 fu l'ultimo giorno di attività, quello in particolare - a parte i Maya - fu l'anno della grande recessione che raggiunse il picco dopo l'inizio del 2008. Come un enorme domino la crisi attraversò tutto il paese lasciando dietro di sé dei crolli, e la chiusura del parco fu, per gli abitanti del quartiere, come la fine di un sogno. Non solo, il fallimento dell'Edenlandia fece da simbolo al fallimento di un paese intero che ormai stentava ad andare avanti, il "regno di felicità" lasciò il posto al grigiore burocratico dell'austerity. La fine dell'Eden fu la fine della ricchezza posseduta dalle famiglie, la fine dell'infanzia.
EDENLANDIA, PRO E CONTRO
Da pochi mesi ha riaperto, non mi ero reso conto di quanto fosse in realtà piccolo il parco. Probabilmente all'epoca in cui frequentavo le giostre, le mie gambe erano molto più corte e mi costava fatica anche solo abbeverarmi all'ippopotamo.
Ci sono ritornato da solo, poco tempo fa dopo la riapertura, senza poter usufruire della compagnia di persone che mi ci portavano e che oggi non esistono più.
I PRO
Ho trovato un parco molto più a misura di famiglia, un forte accento sul Food dato da Casa Infante e l'Old Wild West coprono dalla colazione all'afterhour, ma anche la presenza di Tortora, o la pizzetta storica e l'altrettanto simbolica graffa che mantiene ancora tutto il gusto ed il fascino che ricordo da piccolo. Oggi vai all'edenlandia, ci fai colazione, ceni, porti i bimbi ai giochi e ti diverti anche tu. Il target sembra essere quello della famiglia attuale di ultratrentenni che frequentavano il parco da piccoli e che possono passare una serata con gli amici dopo aver portato i figli in giro. L'innovazione c'è, ma la scelta di lasciare le giostre originali il più fedeli possibile all'epoca è stata azzeccata, una scelta squisitamente emozionale.
I CONTRO
Tanti, le "M" bianche e non più gialle, la card ricaricabile che ha sostituito il braccialetto (sebbene sia una scelta comprensibile), i tronchi, la vecchia america ed il castello della strega ancora chiusi. Il dragone non c'è più, ha lasciato il posto al brucomela, la mancanza di novità reali aldilà della nostalgia.
Insomma, forse sono stato duro con i punti a sfavore, ma riaprire l'Edenlandia non è stato solo un rituffarsi nel passato ma anche un messaggio, un segno: Che insieme al parco possa rifiorire nuovamente anche il nostro amato quartiere.
Commenti
Posta un commento